Le politiche attive del lavoro in Trentino: il sostegno di cui hai bisogno

Quali sono le grandi leve che spingono i lavoratori a stabilirsi in Trentino? A convincere per i loro indici positivi sono qualità della vita, benessere e ambiente sano, traguardi raggiunti grazie a una gestione attenta del territorio e a politiche attive del lavoro.

All’interno del quadro normativo che il Trentino ha dipinto nella cornice dell’autonomia, spiccano alcune politiche a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici che, non solo hanno convinto, ma hanno poi trattenuto chi è venuto in Trentino per lavoro.

Cosa sono le politiche attive del lavoro?

In base alla congiuntura economica, attraverso le proprie strutture operative, la Provincia autonoma di Trento interviene con programmi di politiche attive del lavoro che possano sostenere i lavoratori, oltre che le imprese e le persone in cerca di lavoro: programmi di formazione, conciliazione famiglia-lavoro, agevolazioni per alzare il livello di vivibilità, produttività e professionalità.

Questo tipo di azioni sono affidate prevalentemente all’Agenzia del Lavoro del Trentino, che fa parte della Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Ma è nel complesso il cosiddetto “Sistema Trentino” che opera delle scelte per rafforzare il lavoro sia nelle situazioni di difficoltà sia in scenari di crescita.

Passiamo dunque in rassegna alcune delle politiche attive del lavoro che caratterizzano il Trentino in modo continuativo.

Politiche attive del lavoro: i programmi di formazione

L’Agenzia del Lavoro eroga contributi per vari tipi di progetti di formazione per i lavoratori. I tipi di contributi sono due:

  • per progetti di formazione aziendale, ovvero quando il progetto formativo è organizzato dal datore di lavoro privato per lo sviluppo delle competenze, per incrementare il capitale umano e per sostenere particolari processi aziendali. Il contributo è pari a 3.000 euro per partecipante (con frequenza minima dell’80%);
  • per la formazione individuale extra aziendale, ovvero quando il progetto formativo è organizzato da un ente esterno all’impresa. Si rivolge a datori di lavoro privati, imprenditori individuali, lavoratori autonomi e liberi professionisti che si iscrivono, o iscrivono un proprio dipendente o collaboratore, ad un corso formativo collettivo. Il contributo interviene nella misura del 100%.

Molti enti offrono opportunità formative in Trentino. Oltre alle associazioni di categoria e agli ordini professionali, in Trentino sono particolarmente attivi nella formazione dei lavoratori l’Accademia d’Impresa della Camera di Commercio, la Trentino School of Management e l’Ufficio Fondo Sociale Europeo della Provincia autonoma di Trento, molto sensibile alla formazione dei giovani e delle donne.

Politiche attive del lavoro: nuovi programmi di ricerca per l’innovazione industriale

Le imprese in Trentino hanno costruito un ampio ventaglio di possibilità di collaborazione con il mondo della ricerca, l’università e le istituzioni. A loro disposizione vi sono anche dei laboratori di ricerca, tra cui uno di prototipazione industriale, e progetti di open innovation attraverso progetti supportati dai più importanti enti locali.

Le aziende sono incentivate ad elevare il proprio livello di innovazione e sono alla costante ricerca di personale altamente qualificato, per questo attivano esse stesse programmi di politiche attive del lavoro.

Probabilmente l’apice di queste esigenze è rappresentato dall’esperienza del Dottorato di ricerca in innovazione industriale. Nato dalla collaborazione tra l’Ateneo, Fondazione Bruno Kessler Confindustria di Trento, Trentino Sviluppo, Fondazione HIT, permette di fare ricerca direttamente in azienda. Pensato come un ponte virtuale tra mondo della ricerca e mondo del lavoro, ha l’obiettivo di formare professionisti altamente specializzati in materie tecnico scientifiche con l’intento di risolvere i problemi e le sfide dell’industria.

Politiche attive del lavoro: integrazione del Fondo nuove competenze

Il Fondo nuove competenze è un fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo, nato per contrastare gli effetti economici dell’epidemia Covid-19.
Obiettivo è potenziare o aggiornare le competenze dei lavoratori ai nuovi fabbisogni derivanti da innovazioni tecnologiche, organizzative di produzione o processo, destinando parte dell’orario alla formazione.

Chi sono i destinatari del Fondo nuove competenze

L’Agenzia del Lavoro del Trentino ha rafforzato il fondo nazionale, gestito dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, aggiungendo un contributo provinciale per coprire ulteriori spese e per aggiungere categorie di destinatari. I destinatari di questo fondo in Trentino sono dunque:

  • datori di lavoro privati che abbiano stipulato un accordo collettivo di rimodulazione dell’orario di lavoro;
  • collaboratori dei datori di lavoro privati;
  • titolari, inclusi i rappresentanti legali o soci lavoratori di imprese artigiane o micro e piccole imprese;
  • soci lavoratori di società cooperative, inclusi i rappresentanti legali;
  • imprenditori individuali;
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Politiche attive del lavoro: come favorire la conciliazione famiglia-lavoro

Il tasso di attività femminile in Trentino è a quota 66%. Attività e occupazione femminile sono relativamente alte e sono coerenti con gli sforzi fatti in passato per creare condizioni di contesto favorevoli alla conciliazione e alla parità di genere. In Trentino il livello di accoglienza negli asili nido è molto elevato.

Oltre alle condizioni di congedo parentale stabilite con le casse di previdenza sociale, l’Agenzia del Lavoro eroga contributi alle imprese fino ad un massimo di 20.000 euro, per progetti di riorganizzazione degli orari di lavoro finalizzati a favorire la conciliazione vita-lavoro e la valorizzazione di genere nel lavoro, tra cui:

  • flessibilità di orario (come telelavoro e smart working, part time);
  • sistema premiale incentrato sul merito e non sulla presenza;
  • aumento della presenza femminile;
  • politiche di age management.

In Trentino è in essere anche un progetto particolare di conciliazione rivolto alle donne. Si tratta di un contributo mediante il quale donne imprenditrici, lavoratrici autonome e libere professioniste possono farsi sostituire nella propria attività lavorativa da una persona dalle comprovate competenze iscritta ad un Albo. La sostituzione può avvenire per un massimo di 18 mesi per motivi legati a gravidanza, maternità e alla crescita dei figli.

Politiche attive del lavoro: le agevolazioni addizionale IRPEF

Le addizionali IRPEF destinate ai territori di residenza incidono sul reddito complessivo delle persone fisiche esattamente come un’imposta aggiuntiva. In Trentino la scelta è quella di attenuare questo aggravio. Le aliquote legate alle addizionali IRPEF comunali non sono applicate. Per quanto riguarda quelle provinciali, le addizionali IRPEF sono più basse rispetto ad altre regioni italiane (1,13%) fino ad un reddito di 55.000. Oltre questa cifra si allineano con quelle delle aree vicine (1,73% come Lombardia, Veneto, Nord Est e parte Nord Ovest).

 

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