Come valutare una startup: gli indicatori da controllare prima di investire

Investire in startup è diventata una pratica sempre più diffusa anche tra i piccoli risparmiatori, grazie a piattaforme di crowdfunding che mediano l’incontro tra i progetti in fase di lancio e i possibili investitori, anche inesperti. È fondamentale però valutare se l’investimento convenga, quali siano vantaggi, rischi, opportunità e strumenti finanziari a disposizione.

Valutazione startup: rischi, incentivi e agevolazioni fiscali

La startup è un’azienda in fase iniziale, una realtà ancora immatura, gli investimenti di questo tipo potrebbero avere una bassa liquidità e potrebbe risultare molto complicato vendere le proprie partecipazioni (equity), che permettono all’investitore di realizzare un guadagno.

Per chi investe in startup sono previsti vantaggi e agevolazioni fiscali: la detrazione dell’imposta lorda Irpef del 30% dell’investimento fino ad 1 milione di euro per le persone fisiche e la deduzione dall’imponibile Ires del 30% dell’investimento fino a 1,8 milioni di euro per le persone giuridiche.

Come valutare una startup: l’analisi del progetto in 3 step

  1. Conosci il team. Una buona startup è costituita da persone affiatate, esperte nel settore di riferimento, con conoscenze di imprenditoria e almeno un membro del team dedicato stabilmente alle attività della startup.
  2. Analizza il prodotto. È importante che il prodotto offerto risponda ad un bisogno reale, che abbia un buon posizionamento sul mercato e sia innovativo.
  3. Valuta la traction. L’ultima cosa da valutare è la traction, ovvero la prova che ci siano dei clienti potenziali per il prodotto o servizio.

Valutare una startup: i 3 errori da non commettere

  1. La causa più ricorrente del fallimento delle startup è proporre un prodotto che non interessa al mercato.
  2. Il secondo problema per molte startup è l’esaurimento dei fondi. L’investitore deve quindi accertarsi che sia il denaro che le risorse siano allocate in maniera efficace.
  3. Il terzo nemico è il coinvolgimento emotivo, ovvero la scelta di puntare su una startup perché l’idea è affascinante.

Nella valutazione di una startup come si calcola il valore pre e post-money?

Quando si investe in una startup, è necessario conoscere il valore pre e post-money, ovvero il suo valore prima che inizi a ricevere investimenti e il valore immediatamente successivo all’aumento di capitale. Valutare una startup è difficile, perché non è ancora quotata in borsa e potrebbe non essere pronta a vendere il proprio prodotto o servizio nell’immediato.

Ecco 8 metodi per calcolare il valore pre e post-money di una startup.

1. Il metodo Berkus

Il metodo Berkus o “metodo checklist” è uno dei più utilizzati per valutare una startup, soprattutto in fase early stage. Si basa su 5 fattori chiave a cui viene assegnato un valore, che unito e sommato a quello di tutti gli altri aiuta a calcolare l’effettivo valore della startup.

2. L’approccio cost-to-duplicate

L’approccio cost-to-duplicate prende in considerazione tutti i costi e le spese associati all’avvio e allo sviluppo del prodotto, compreso l’acquisto delle risorse fisiche per partire. Lo scopo è capire quanto costerebbe ricreare una startup identica, perché un investitore esperto non investirebbe mai una cifra maggiore rispetto al costo di duplicazione dell’attività.

3. Il metodo dei multipli

Si basa sull’idea che delle attività simili vendano a dei prezzi simili: questo implica anche che alcuni aspetti finanziari siano gli stessi o comunque molto simili.

4. Il metodo Scorecard

È uno dei modi più utilizzati per la valutazione di una startup. Permette di comprendere il valore essenziale di un’azienda confrontandola con altre simili e tenendo conto di una serie di fattori qualitativi e quantitativi specifici, come regione geografica, mercato e fase del ciclo di vita della startup.

5. Il metodo Discounted Cash Flow

Il Discounted Cash Flow (DCF) va in questa direzione prevede il flusso di cassa che l’azienda produrrà in futuro, tenendo conto del tasso atteso di rendimento dell’investimento.

6. Il metodo Venture Capital

È la classica valutazione di una startup in early stage. Il venture capitalist o l’investitore che rileva una quota, si aspetta che in futuro le sue azioni abbiano acquisito un valore tale da giustificare l’investimento.

7. Il metodo First Chicago

Consiste nel prevedere diversi scenari nella valutazione di una startup, considerato l’alto rischio di fallimento. Gli scenari, combinati tra loro, offrono una media di valutazione della startup.

8. Il modello Risk Factor Summation

Una valutazione startup pre-money molto diffusa è quella che segue il modello Risk Factor Summation, che prende in considerazione tutti i rischi associati all’attività che possono influenzare il Roi (Return of Investment).

 

Fare impresa in Trentino - incentivi economici, vantaggi geografici

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