Lavoro stagionale e opportunità: guida ai diritti dello studente-lavoratore

Sono molti i giovani impegnati nell’ottenimento di un titolo di studio che sperimentano in contemporanea un’attività lavorativa. Una parte dei profili assunti nel turismo trentino durante questa stagione estiva 2022 sarà infatti rappresentata dall’occupazione giovanile.

La durata limitata che caratterizza i contratti di lavoro stagionali si coniuga bene con la necessità degli studenti di suddividere e differenziare il tempo dedicato allo studio da quello investito nel lavoro.

 

Chi è lo studente-lavoratore e quali sono i diritti a lui riservati?

In Italia si considerano studentilavoratori le persone immatricolate o iscritte ad un corso di studi che svolgono in contemporanea un’esperienza lavorativa.

La Costituzione sancisce il diritto allo studio e la normativa di riferimento garantisce la conciliazione tra istruzione e attività di dipendente.

Le singole università dispongono inoltre di regolamenti e iniziative dedicate agli studenti lavoratori che frequentano gli atenei.

 Allo studente lavoratore spettano 150 ore di permessi retribuiti (50 l’anno) da utilizzare nell’arco di 3 anni. Per usufruirne lo studente dovrà presentare domanda presso l’azienda dove lavora.

In riferimento ai permessi retribuiti, le Sezioni Unite hanno stabilito l’esclusione tra i destinatari degli studenti il cui corso universitario non prevede l’obbligo di frequenza.

 

Lo studente-lavoratore ha diritto alla borsa di studio?

La borsa di studio è un contributo economico riconosciuto dall’art. 34 della Costituzione che garantisce il diritto allo studio. I requisiti per ottenere il sostegno economico tengono conto del merito e del reddito dello studente sulla base della certificazione Isee.

Qualora gli adempimenti previsti dalla normativa lo prevedano, il reddito percepito dal lavoro dipendente dello studente andrà quindi inserito nell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, e contribuirà a rendere idonea o meno la domanda di borsa di studio.

 

Lo studente-lavoratore può richiedere la disoccupazione?

Come vale per tutti gli altri lavoratori, tra i diritti dello studente-lavoratore che svolge un’occupazione stagionale rientra la NASpI. Lo studente può richiedere la disoccupazione ordinaria qualora abbia versato almeno 13 settimane di contribuzione INPS negli ultimi 4 anni.

Va precisato che è possibile richiedere la disoccupazione in caso di licenziamento o per il mancato rinnovo del contratto e non quando ci si dimette. Questo significa che lasciare il lavoro per motivi di studio, ad esempio perché s’intende proseguire l’università o iscriversi a un corso di formazione, non da diritto alla NASpI.

Per quanto riguarda invece i titolari di borse di studio o di assegni di ricerca, l’importo della prestazione erogata alle persone che ne beneficiano verrà ridotto sulla base dell’art.9 del D. Lgs. n.22 del 2015.

 

Il valore esperienziale del lavoro stagionale per gli studenti

Oltre ai benefici collegati alla sfera economica, lavorare durante gli studi può rivelarsi utile per anticipare l’entrata nel mercato del lavoro e sviluppare sul campo delle competenze trasversali spendibili in qualsiasi settore, come ad esempio il teamwork, il miglioramento delle capacità comunicative, l’organizzazione e la flessibilità.

L’esperienza occupazionale in linea con i propri interessi racchiude un valore fortemente orientativo. Sperimentarsi nel mondo del lavoro consente infatti allo studente-lavoratore di capire se il campo operativo del proprio percorso di studi corrisponda o meno con la carriera lavorativa desiderata, e di individuare l’eventuale settore in cui specializzarsi.

 

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