Investire in ricerca e sviluppo all’interno della propria impresa è una scelta manageriale in grado di ampliare notevolmente il valore e la competitività del proprio business. Alcuni territori incoraggiano più di altri questa scelta attraverso incentivi ad hoc per ricerca e sviluppo. Il Trentino è tra quelli che offrono alle aziende i più importanti incentivi per investire in progetti di Ricerca e Sviluppo, rendendosi così particolarmente attrattivo anche per grandi imprese provenienti da altre regioni italiane ed estere.
Grazie a politiche rivolte allo sviluppo economico, in particolare negli ambiti della sostenibilità, della smart industry e delle life science, il Trentino oggi si distingue per essere un territorio con vocazione all’innovazione e alla ricerca. Lo dimostra la presenza di una molteplicità di centri di ricerca privati accreditati e di un articolato sistema di centri di ricerca pubblici di chiara fama come CiBIO, FBK, FEM e l’Università degli Studi di Trento che formano un ecosistema basato su tre leve fondamentali:
- ricerca;
- formazione;
- innovazione.
Questo impianto ha reso il Trentino un territorio in grado di generare ricchezza e cultura imprenditoriale che si aggiungono alle notevoli bellezze naturali e agli alti livelli di qualità della vita. A questo proposito, suggeriamo anche la lettura degli 8 validi motivi per investire in Trentino.
Incentivi in Ricerca e Sviluppo in Trentino
Trovare incentivi fiscali in Ricerca e Sviluppo in Trentino significa muoversi nell’ambito della L. P. 6/99 “Legge Provinciale sugli incentivi alle imprese” con la quale la Provincia autonoma di Trento all’art. 5 sostiene l’attività di ricerca applicata delle imprese. In questa attività sono compresi:
- gli interventi di ricerca industriale, volti a trovare soluzioni concrete e specifiche e conoscenze nuove
- gli interventi di sviluppo sperimentale, realizzati per immettere sul mercato nuovi prodotti, processi produttivi e servizi o per migliorare quelli esistenti (ad esempio progetti pilota o prototipi).
Le tipologie di incentivi in Ricerca e Sviluppo in Trentino
Le tipologie di incentivi in Ricerca e Sviluppo attive si dividono in:
- contributi a fondo perduto: da un minimo del 25% fino al 77% della spesa ammessa in base alla dimensione dell’impresa e alla tipologia e all’area di interesse del progetto
- contributi da utilizzare in compensazione fiscale: per un valore pari al 20% della spesa ammessa.
Le due variabili discriminanti tra le due tipologie di agevolazione sono:
- l’importo del progetto presentato in domanda
- la modalità di utilizzo del contributo stesso.
L’accesso ai contributi a fondo perduto è consentito unicamente ai progetti di importo superiore ai 200 mila euro da realizzarsi dopo la presentazione della domanda, mentre per progetti già realizzati di importo inferiore a 200.000 euro è possibile richiedere un contributo in compensazione fiscale (con un importo minimo di 25 mila euro).
Dal 2016 al 2021 la Provincia autonoma di Trento ha finanziato 117 progetti di ricerca per un totale di contributi concessi pari a 86,5 milioni di euro, per una media di quasi 740 mila euro a progetto.
Va segnalato che la Provincia autonoma di Trento promuove anche l’assegnazione temporanea (non superiore a un anno) di ricercatori e tecnici degli Istituti di Ricerca operanti in ambito provinciale presso le imprese locali. Tale collaborazione si prefigge il duplice obiettivo di consentire una formazione professionale del ricercatore e l’acquisizione di assistenza tecnica a favore dell’impresa.
Le caratteristiche del progetto di ricerca per accedere agli incentivi fiscali in Trentino
In entrambe le tipologie di agevolazione (a fondo perduto o in compensazione), per ottenere gli incentivi in Ricerca e Sviluppo il progetto di ricerca deve
- consentire lo sviluppo di conoscenze nuove e originali
- essere utile per l’introduzione di innovazioni di prodotto, di processo o di servizio, che accrescano la competitività e favoriscano lo sviluppo dell’impresa sul territorio provinciale al fine di assicurare ricadute economiche e sociali positive sul territorio trentino
- collaborare con un organismo di ricerca e diffusione della conoscenza o una infrastruttura di ricerca (secondo la definizione del Reg. CE 651/2014).
Chi può accedere agli incentivi in Ricerca e Sviluppo in Trentino
Possono accedere ad entrambe le misure di agevolazione le imprese (compresi i consorzi di imprese e le reti di imprese) iscritte nel Registro delle imprese o nel R.E.A. tenuto dalla C.C.I.A.A., che svolgono attività con codici ATECO specifici individuati dai Criteri generali applicativi della L.P. 6/99. Eccezioni sono previste per il settore agricolo, le cui imprese possono accedere ai soli contributi a fondo perduto, e per gli esercizi ricettivi che possono accedere unicamente ai contributi in compensazione fiscale.
I requisiti di accesso agli incentivi in Ricerca e Sviluppo in Trentino
Per accedere agli incentivi in Ricerca e Sviluppo, entrambe le tipologie di agevolazione prevedono il possesso di alcuni requisiti:
- avere un’unità operativa nel territorio provinciale trentino;
- non avere in corso procedure concorsuali;
- non essere in difficoltà secondo la definizione della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato;
- non essere destinatari di un ordine di recupero della Commissione europea per gli aiuti dichiarati illegali e incompatibili (per i soli contributi a fondo perduto).
Infine, nei soli progetti presentati per il contributo a fondo perduto, deve essere coinvolto un organismo di ricerca e diffusione della conoscenza o un’infrastruttura di ricerca. In assenza di tale coinvolgimento la domanda non è accoglibile.
Incentivi in Ricerca e Sviluppo per i Centri di Ricerca in Trentino
Dal 1° luglio 2021 sono entrati in vigore i nuovi criteri con i quali la Provincia autonoma di Trento finanzia i progetti di ricerca applicata presentati anche da centri di ricerca privati che operano sul territorio provinciale.
In tale casistica, il progetto presentato deve:
- avere un importo minimo pari ad almeno 1 milione di euro;
- appartenere alle aree di interesse prioritario definite dal programma pluriennale della ricerca (PPR);
- durata non superiore a 5 anni.
Il contributo per i centri di ricerca privati è pari al 25% delle spese ammissibili, con possibilità di incremento al 30% nel caso di riconoscimento di una maggiorazione per la diffusione dei risultati della ricerca.